E dopo Merlino e Morgana non poteva mancare un accenno a Stonehenge tratto dalla "Vita Merlini" di Geoffrey di Monmouth, uno dei libri dedicati alla vita di re Artù, dove si parlava della Chorea Gigantum "Danza dei giganti",un complesso circolare del diametro di circa 30 metri, composto da enormi pietre per l’esattezza trenta monoliti, ora sono solo sedici, alto circa quattro metri e costruito tra il 2500 e il 1500 a.C. Al suo interno vi era un altro cerchio detto cerchio delle pietre azzurre, attualmente sono una ventina, del diametro di circa ventitre metri all’interno delle quali ve ne sono altre disposte a ferro di cavallo. Questo complesso si trovava in Africa e poi era stato portato in Irlanda da un popolo di giganti che lo sistemarono sul "Monte Killarus", come monumento funebre per quattrocentosessanta nobili soldati di Aurelio Ambrosius uccisi dai Sassoni. Re Uther Pendragon tentò di trasportarlo in Inghilterra, ma l'impresa era superiore alle sue forze, così dovette chiedere aiuto al mago Merlino il quale, con l'aiuto degli angeli, lo trasferì nella piana di Salisbury, dove risiede tuttora con il nome di Stonehenge. Secondo Norman Lockyer i megaliti sono stati eretti attorno al 2800 a.C., parzialmente distrutti, risistemati nel 1560 a.C. e, successivamente di nuovo abbattuti. Nel corso dei secoli, Stonehenge subì vari attacchi, anche da parte dei sacerdoti cristiani che vi vedevano una sorta di tempio del demonio. Stonehenge, secondo Gerald Hawkins, astronomo americano altro non è che un gigantesco computer di pietra, che consente di effettuare complicati calcoli sul sorgere e tramontare del Sole, sui movimenti della Luna e sulle eclissi.