Vorrei aprirmi il cuore.
Vorrei aprirmi il cuore con un coltello,metterti
dentro di esso e subito tornare a chiudere il mio petto,
perché tu vi restassi e non abitassi in un altro,sino al
giorno della resurrezione, del giudizio finale.
Così vivresti dentro di esso
durante la mia vita,
e, alla mia morte, dimoreresti nell’involucro del cuore
nelle tenebre del sepolcro.
Ibn Hazm (994-1065)
Non t'amo più
Non t'amo più. E' un finale banale.
Banale come la vita,
banale come la morte.
Spezzerò la corda di questa crudele romanza,
farò a pezzi la chitarra: ancora la commedia perché recitare!
Al cucciolo soltanto,
a questo mostriciattolo peloso,
non è dato capire perché ti dai tanta pena e
perché io faccio altrettanto.
Lo lascio entrare da me,
e raschia la tua porta,
lo lasci passare tu, e raschia la mia porta,
C'è da impazzire,
con questo dimenio continuo.
O cane sentimentalone, non sei che un giovanotto.
Ma io non cederò al sentimentalismo.
Prolungar la fine equivale a continuare una tortura.
Il sentimentalismo non è una debolezza,
ma un crimine quando di nuovo ti impietosisci,
di nuovo prometti e provi,
con sforzo,
a mettere in scena un dramma
dal titolo Ottuso
"Un amore salvato".
E' fin dall'inizio che bisogna difendere l'amore
dai "mai" ardenti e dagli ingenui "per sempre!".
E i treni ci gridavano:
"Non si deve promettere!".
E i fili fischiavano
"Non si deve promettere!".
I rami che s'incrinavano e il cielo annerito dal fumo
ci avvertivano,
ignoranti presuntuosi,
che è ignoranza l'ottimismo totale,
che per la speranza c'è più posto senza grandi speranze.
E' meno crudele agire con sensatezza e
giudiziosamente soppesare gli anelli
prima di infilarseli,
secondo il principio dei penitenti incatenati.
E' meglio non promettere il cielo e dare almeno la terra,
non impegnarsi fino alla morte,
ma offrire almeno l'amore d'un momento.
E' meno crudele non ripetere
"ti amo",
quando tu ami.
E' terribile dopo, da quelle stesse labbra
sentire un suono vuoto, la menzogna, la beffa, la volgarità
quando il mondo falsamente pieno, apparirà falsamente vuoto.
Non bisogna promettere.
L'amore è inattuabile.
Perché condurre all'inganno, come a nozze?
La visione è bella finché non svanisce.
E' meno crudele non amare, quando dopo viene la fine.
Guaisce come impazzito il nostro povero cane,
raspando con la zampa ora la mia,
ora la tua porta.
Non ti chiedo perdono per non amarti più.
Perdonami d'averti amato.
(Evgenij A.Evtusenko)

Non verremo alla meta.
Non verremo mai alla meta ad uno
ad uno ma a due a due.
Se ci conosceremo tutti,
noi ci ameremo tutti, e i figli
un giorno rideranno
della leggenda nera dove un uomo
lacrimava in solitudine.
(Paul Eluard)
Io di più non posso darti.
Io di più non posso darti.
Sono quel che sono.
Ah, come vorrei essere
sabbia, sole in estate!
Che tu ti distendessi
riposata a riposare.
Che andando via tu mi lasciassi
il tuo corpo, impronta tenera,
tiepida, indimenticabile.
E che con te se ne andasse
sopra di te, il mio bacio lento:
colore,
dalla nuca al tallone, bruno.
Ah, come vorrei essere vetro,
tessuto, legno,
che conserva il suo colore
qui, il suo profumo qui,
ed è tremila chilometri lontano!
Essere la materia che ti piace,
che tocchi tutti i giorni,
che vedi ormai senza guardare
intorno a te, le cose
collana, profumi, seta antica
di cui senti la mancanza
domandi: "Ah, ma dov'è".
Ah, e come vorrei essere
un'allegria fra tutte,
una sola, l'allegria della tua allegria!
Un Amore, un solo amore:
l'amore di cui tu ti innamorassi
Ma non sono che quello che sono.
(Pedro Salinas)


Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.
(Mahtma Gandhi)
Dopo un po'
Dopo un po’ impari la sottile differenza
tra tenere una mano e incatenare un’anima.
E impari che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.
Ed inizi a imparare che i baci non sono
contratti e i doni non sono promesse.
E cominci ad accettare le tue sconfitte
a testa alta con gli occhi aperti
con la grazie di un adulto,
non con il dolore di un bimbo.
E impari a costruire tutte le tue strade oggi,
perché il terreno di domani è troppo
incerto per fare piani.
Dopo un po’ impari che il sole scotta
se ne prendi troppo.
Perciò pianti il tuo giardino
e decori la tua anima, invece di aspettare
che qualcuno ti porti i fiori.
E impari che puoi davvero sopportare,
che sei davvero forte, e che vali davvero.
(Veronica A. Shoffstall)

The show must go on
Queen